In Comunicati 2005, News
Il 15 dicembre convegno su “Altre Prospettive”, il periodico realizzato da Itaca nel carcere di Bari.
BARI – “Altre Prospettive – Libertà e Dintorni: cronaca di un giornale penitenziario”: questo il tema del convegno organizzato dalla cooperativa Itaca in programma giovedì 15 dicembre, alle 9, nella sala consiliare della Provincia. In pratica, vita morte e miracoli del giornale che da cinque anni i redattori-detenuti realizzano nel carcere di Bari. L’intento, insomma, è dare a questa esperienza visibilità, solidità e continuità, anche grazie alla valenza non solo sociale, ma anche culturale dell’iniziativa: una forma altra di cittadinanza attiva.
L’apertura dei lavori è affidata al presidente della Provincia Vincenzo Divella, al presidente della Regione Nichi Vendola, al sindaco Michele Emiliano e alla presidente della cooperativa sociale Itaca, Alessandra De Filippis.
Quindi la presentazione dell’esperienza Altre Prospettive, affidata a Maria Teresa Bellini, di Itaca, e ad Arjan Aldini, redattore del giornale. A seguire, un parallelo con esperienze editoriali simili: il progetto toscano “Ragazze Fuori”, di cui parlerà Patrizia Tellini, della redazione esterna di Ragazze Fuori; il senso di un giornale penitenziario sarà invece scandagliato da Beppe Battaglia, responsabile del Dipartimento Carcere e Cittadinanza della Federazione Città Sociale, nonché autore del libro “Carcere e Cittadinanza”. Dopo la pausa, gli interventi di un rappresentante della Direzione della Casa Circondariale di Bari, dell’assessore provinciale alla Solidarietà sociale Nicola Occhiofino e della direttrice della Casa Circondariale di Lauro, nell’Avellinese, Maria Luisa Palma. Modera e conclude Antonio Massari, giornalista collaboratore di Diario e de Il Manifesto.
Il carcere è l’istituzione totale e chiusa per antonomasia, impermeabile allo sguardo di chi sta fuori. Negli ultimi dieci anni sono nati in Italia decine di giornali e siti internet di detenuti: sessanta testate giornalistiche disseminate su tutto il territorio nazionale assicurano per la prima volta un flusso continuo di notizie in entrata e in uscita dal mondo dei penitenziari.
Altre Prospettive nasce nel 2001 in continuità con un’altra esperienza editoriale Libertà e Dintorni (2000), realizzata all’interno della Casa Circondariale di Bari dal Circolo Arci “La Corte” che lo ha lasciato in eredità alla Cooperativa sociale Itaca. Il progetto, finanziato dalla legge 309/90 (che istituiva il fondo nazionale per la lotta alle tossicodipendenze), non era finalizzato esclusivamente alla redazione del giornale, ma anche e soprattutto ad offrire ai detenuti (italiani e stranieri, principalmente albanesi) un servizio di “orientamento primario”. Attraverso il giornale, in altre parole, si offriva l’opportunità al gruppo che vi lavorava e a tutti coloro che l’avrebbero letto di conoscere e approfondire tematiche come l’immigrazione, la formazione e il lavoro, i diritti. Tutto rigorosamente in due lingue: italiano e albanese.
Tutti i numeri sono sempre stati progettati insieme, operatori e detenuti. Nella convinzione che progettare, pensare, sono elementi che compongono la dignità di una persona, la sua integrità.
Altre Prospettive, in questi cinque anni, è stato anche un laboratorio di alfabetizzazione informatica in cui persone con competenze specifiche nulle o minime hanno preso confidenza con tastiera, mouse e scanner. Dalla piccola cella dove nasce il giornale sono passati una cinquantina di redattori che parlavano italiano, albanese, francese, croato, swahili e inglese. Una redazione che si è onorata di ospitare matite gloriose come quelle di Vauro, Ellekappa, Giannelli e Creanza, che hanno arricchito le riflessioni redazionali grazie a vignette originali create gratuitamente per il giornale.
Tutto ciò porta a concepire Altre Prospettive sempre più come un prodotto esportabile anche fuori dalle mura del carcere. Per creare un mezzo di comunicazione con l’esterno, allargare il dibattito sui problemi del carcere, confrontarsi con altre realtà. Con l’obiettivo di fare del giornale un ponte con l’esterno utilizzando la scrittura – e il suo valore autoeducativo – come punto d’incontro fra persone di diverse culture che imparano a confrontarsi e a cooperare. Per rompere l’isolamento e dare voce a questo mondo chiuso nasce l’esigenza del convegno. L’intento è di trasferire la ricchezza dell’esperienza del giornale, di testimoniarla e valorizzarla in modo che anche fuori ci si possa affezionare a questi fogli, contribuendo alla loro diffusione ma soprattutto al loro sostegno. Perché non è più possibile, in una città civile che voglia fare scelte etiche e di opportunità per tutti, che la realizzazione di uno strumento come il giornale del carcere continui spesso ad essere affidata, di fatto, alla sensibilità e disponibilità dei singoli. Mani e menti “libere” da schemi gerarchici afflittivi, ruoli, categorie sociali.