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L’annuncio nel corso del Terzo Workshop “Libertà in carcere”, organizzato da Antigone, assessorato provinciale alla solidarietà sociale e Meridia

BARI – Il Comune di Bari, dopo Roma, Firenze, Bologna, Torino, Milano e Nuoro, avrà il garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà. Delibera e regolamento sono già pronti e verranno esaminati a breve in giunta. L’annuncio e’ stato dato nel corso del Terzo workshop “Libertà in carcere”, organizzato dall’associazione Antigone in collaborazione con l’assessorato alla solidarietà sociale della Provincia di Bari e il consorzio di cooperative sociali Meridia. Il seminario si e’ svolto nell’ambito delle attività di partenariato del Progetto europeo Agis, con la partecipazione di operatori italiani, francesi e spagnoli.
Finora ­ ha detto l’assessore comunale ai servizi sociali Susi Mazzei ­ abbiamo cercato di essere vicini ai detenuti e alle loro famiglie con piccoli progetti di lavoro per costruire un sistema alternativo all’aiuto delle mafie locali. L’istituzione della figura del garante rappresenta un nuovo segnale che il carcere non e’ un territorio altro”.
Anche la Regione Puglia ha intenzione di istituire un garante con funzioni di coordinamento ­ ha aggiunto l’assessore regionale alla trasparenza e cittadinanza attiva, Guglielmo Minervini ­ che si affiancherebbe a quel difensore civico regionale che il presidente Vendola considera fondamentale nel proprio programma”. Mi assumo personalmente l’impegno ­ ha proseguito Minervini ­ “di avviare una proposta di legge. La Puglia migliore è quella in cui il carcere, accanto alla detenzione sperimenta un percorso rieducativo e non rinuncia a un obiettivo di civiltà”.
Come amministrazione ­ ha detto l’assessore provinciale alla solidarietà sociale, Nicola Occhiofino ­ abbiamo visitato tutti i carceri del Barese. Ma non basta l’interesse delle istituzioni: tutta la società civile deve essere coinvolta in questo progetto. Perché ogni lotta per i diritti umani fa compiere un passo in avanti alla comunità”. L’obiettivo ­ ha aggiunto Simona Filippi di Antigone, che fa parte dell’Ufficio del garante del Comune di Roma ­ è creare, inoltre, un garante nazionale. Ricordiamo che non si occupa soltanto di detenuti, ma anche delle persone che si trovano per esempio nei cpt, i centri di permanenza temporanea”.
Parlando della figura del garante, Luca Colaiacomo, responsabile locale di Antigone ha spiegato che “è di ispirazione anglosassone: ha libertà di accesso al carcere senza preavviso, ascolta i problemi dei detenuti e denuncia le violazioni”. Il garante ­ ha continuato Colaiacomo – ha funzioni di mediazione e persuasione in una sorta di rapporto triangolare tra il proprio ufficio – quindi popolazione detenuta – amministrazione penitenziaria e amministrazioni pubbliche, locali e nazionali”.
La condizione dei detenuti ­ ha concluso Gianni Marsico, referente politiche attive del lavoro di Meridia ­ spesso sembra sfuggire all’opinione pubblica e alle istituzioni che sono tenute a governare il territorio. Il garante può guardare con sguardo competente al carcere inserito nella città e non più luogo astratto, lontano, nel quale una società sempre più impaurita sfoga le proprie ansie e insicurezze”.